Quello che Draghi non dice

Interessante il discorso di Draghi alla Bocconi. La narrativa della crisi è più o meno la seguente.

Durante gli anni scorsi i mercati hanno sottovalutato le conseguenze di politiche economiche  irresponsabili (politiche di bilancio in Grecia, Italia, credito in Spagna e Irlanda) e di  mancanza di riforme strutturali (Grecia , Portogallo, Italia), ma ora che i nodi sono venuti al pettine, sono in preda al panico: i tassi di interessi riflettono l’aspettativa che i paesi periferici escano dall’Euro. Questo frammenta il mercato inter-bancario in Europa e impedisce  che la politica dei bassi tassi di interesse della BCE si trasmetta a famiglie e imprese nei paesi periferici. Questo causa in questi paesi una stretta creditizia che innesca il circolo vizioso di riduzione di consumi, investimenti, PIL, entrate, aumento del disavanzo e ulteriore aumento dei tassi. La spirale avviene, secondo Draghi, nonostante le politiche di bilancio e le riforme strutturali.

Per rompere questo circolo vizioso, spiega Draghi, la BCE ha adottato la politica non convenzionale di OMT (outright monetary transaction) che consiste nella possibilità di acquistare senza limiti i titoli di stato in già in circolazione, di maturità residua non superiore ai tre anni, sterilizzando completamente queste operazioni (cioè vendendo altri titoli in cambio, in modo da non fare aumentare la quantità di moneta in circolazione e prevenire un aumento dei prezzi) e imponendo che il paese adotti delle politiche di consolidamento di bilancio e di riforme appropriate. Nota infatti Draghi che questa politica non è in conflitto col divieto alla BCE di monetizzare il debito sovrano, e che, a riprova,  i sondaggi mostrano che le aspettative di inflazione non risultano in aumento

Draghi ammette che la OMT permette di guadagnare tempo prezioso, ma non infinito. E elenca le riforme istituzionali già fatte: il fiscal compact. il fondo salva-stati , le politiche non convenzionali della ECB, ultima la OMT dopo la politica rifinanziamento a lungo termine (LTRO) delle banche europee.Indica infine le tappe necessarie alla soluzione della crisi: portare a compimento il progetto europeo: unione bancaria con vigilanza unica, unione fiscale, unione economica della crescita e competitività e unione politica.

Cosa non dice Draghi? Quattro cose:

  • che il Fiscal Compact ha provocato una stretta di bilancio simultanea in tutti i paesi europei, sia quelli che dovevano metterlo in atto per stabilizzare il debito, si quelli che non avevano questa necessità, dando un forte impulso all’aggravarsi della recessione europea; almeno il Fondo Monetario ha ammesso di aver sottovalutato l’impulso recessivo delle politiche di bilancio!
  • che una politica monetaria non convenzionale che viene messa in atto vicino alla “soglia di tassi di interesse pari a zero” ha effetti espansivi solo se fa aumentare le aspettative di inflazione di lungo termine in modo tale di ridurre i tassi di interesse a lungo termine ed incoraggiare gli investimenti. Dunque la OMT è congegnata in modo da assecondare i timori tedeschi di inflazione a scapito dell’impatto sull’economia reale;
  • che il progetto di unione bancaria è a fortissimo rischio di  annacquamento con la Banque de France e la Bundesbank che non vogliono cedere la supervisione nazionale delle banche sotto il loro controllo
  • che il progetto di unione economica e politica appartengono al libro dei sogni. 

In breve, non dice che la ECB si muove con vincoli politici molto forti e che la crisi del debito sovrano è ben lontana da essere finita.

Enter your email address:

Delivered by FeedBurner